di Gizzi Pierfrancesco
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Lc 1,39-45
È il primo viaggio di Gesù di cui abbiamo documentazione: nel grembo di Maria viene portato fino alla casa della cugina Elisabetta. È un viaggio senza motivi apparenti: «Maria si alzò e andò in fretta». Perché? Aveva forse saputo che Elisabetta attendeva un figlio? Voleva confidarsi e raccontarle che un angelo le era apparso e le aveva predetto cose meravigliose?
Le due cugine erano certamente intime amiche, anche se non potevano incontrarsi e parlarsi con la frequenza dei giovani di oggi. Possiamo allora pensare che il linguaggio del cuore e degli affetti può comunicare senza strumenti umani: le persone che si vogliono bene, sensibili ai bisogni degli altri, sanno sempre cosa bisogna fare e trovano il modo opportuno per realizzarlo.
Nei gesti di Maria sorprendono i due verbi «si alzò e andò in fretta». Alzarsi è un gesto che indica prendere coscienza di un bisogno; sapere che il tempo delle scelte è arrivato e a noi è chiesto di intervenire. Ma alzarsi significa anche acquisire dignità, raggiungere uno stato superiore di vita. Maria si alza dunque con la consapevolezza che qualcosa di grande sta avvenendo e lei vuole essere protagonista, compartecipe.
Maria «andò in fretta». La fretta, talvolta cattiva consigliera, in questo caso è sinonimo di trepidazione, di amore che non può attendere, di desiderio di vita e condivisione.
È questo il messaggio per il Natale ormai imminente. A noi è chiesto di accogliere Gesù che viene con il decoro di chi si alza per dare dignità al nascituro e con l’urgenza di chi non può attendere nulla di più grande e più importante che Gesù bambino.
Nel bambino Giovanni che sussulta nel grembo di Elisabetta, abbiamo la conferma che Maria ha scelto la via migliore.
Una via oggi richiesta anche alla nostra vita: vogliamo alzarci e accogliere in fretta Gesù nel nostro cuore?
Parola della settimana:
Umiltà
«Maria Vergine, la quale all’annunzio dell’angelo accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò la vita al mondo, è riconosciuta e onorata come vera madre di Dio e Redentore.» (Lumen Gentium, 53)
Parte sopra tratto da “Date voi stessi da mangiare, testo per la meditazione personale Azione Cattolica Italiana, 2012-2013”
Alzarsi e andare in fretta. Lo facciamo quasi sempre tutte le mattine, chi corre in reparto, chi a prendere il treno, chi perché ha lezione e non è mai in orario. Poi alzarsi non è molto più presente tra le nostre azioni quotidiane, abbiamo le connessione a fibra ottica o in LTE, basta un click e possiamo fare qualsiasi cosa: parlare, massaggiare, vedersi.
Allora quale è la differenza tra il nostro alzarci e quello di Maria? L’amore, la trepidazione, il voler essere parte di questa storia e non solo comparsa. Banale?
Ogni giorno ci alziamo e andiamo a lavorare, studiare, seguire lezione , in questi giorni intorno a noi vediamo persone, sentiamo venti, viviamo esperienze, che molto spesso ci scivolano sopra come pioggia, nulla ci tocca, ormai siamo automi indipendenti con l’istinto della sopravvivenza. Siamo diventati machine da formula 1, siamo tecnicamente capaci di compiere grandi cose, di andare alla velocità massima, ma siamo utili solo su un percorso costruito adatto a noi. La nostra vita è una corsa solitaria, un testa a testa con l’altro per sopraffarlo in tutti modi; dobbiamo cominciare a rallentare, a scendere di marcia, goderci il panorama (quel poco che ci è rimasto almeno).
Ad esempio avete presente le stazioni ferroviare? Bene quelli sono luoghi pieni di velocisti durante il giorno, ma la notte si trasformano in luoghi pieni di solitudine e di richiesta di aiuto. Provate ad andare specialmente ora, vi stupirete. Quei luoghi diventano il punto di raccolta di chi ha perso la casa, oppure di chi una casa non l’ha e non è l’unica cosa che gli manca. Con la “Comunità Primavalle di Sant’Egidio” (la quale ringrazio), abbiamo vistato una stazione di Roma, dove molte persone (dico persone e non barboni o clochard come spesso la stampa usa dire), si ritrovavano per (e fate attenzione) il ristoro e l’ascolto. Il ristoro a volte non basta mai, perché chi ha bisogno aumenta sempre di più ogni settimana, per non parlare di chi vive sotto i ponti che per colpa di una società cieca e dedita ai soldi e al potere, lascia queste povere persone senza una coperta per la notte e un luogo dove dormire al caldo. Si, avete letto bene senza una coperta con tutto il freddo che fa in questi giorni! Il punto è che queste persone sono state sfortunate nella vita, non hanno avuto nessuno vicino per aiutarli veramente ed ascoltare le loro storie ci fa capire che chiunque può ritrovarsi da solo, senza più una speranza in cui credere, abbandonato a se stesso. Alzarsi e andare in fretta? Si, e aggiungerei anche “più veloce di Speedy Gonzales”, sono un esempio le persone che sono nella cmunità Primavalle che si impegnano per cercare coperte o sacchi a pelo, chiedendo anche alle famiglie di fare un regalo di Natale solidare, poiché di aiuto ce ne è sempre bisogno, oppure quelle aiutano l’ormai famoso “angelo di Milano” per assistere chi è nel bisogno ma ha paura ha chiedere aiuto.
Ora un ultimo punto sui giovani, molto breve sennò nessuno vedendo quest’articolo lo leggerà! Cosa ci sta offrendo ogni la nostra società? Oppure le nostre città, i nostri politici? Fa tutto schifo? La nostra Italia è un orrore rispetto ai nostri altri alleati europei? Non ci sono politici veri? Nella nostra città non c’è niente di accogliente e adatto a noi giovani per divertirsi in compagnia?
<<…si alzò e andò in fretta>>. Non essere solo una comparsa nella storia del tuo paese, sii tu il protagonista, cambia insieme agli altri le cose che non vanno. C’è un problema? Confrontati, risolvilo collaborando. Ti sei laureato ma il lavoro non c’è, crealo, credi nei tuoi sogni, mettici la passione, sollevati, alzati! Ama il prossimo tuo come te stesso cosicché creerai una società giusta, costruita intorno all’uomo e per l’uomo, e non intorno al denaro e al profitto.
Basta così, sennò vi annoio troppo! Buon Santo Natale a tutti e felice anno nuovo. Che il Signore benedica voi e le vostre famiglie. Pace a voi!